img
I Progetti
logo racconta [l]

ARCAlab RACCONTA nasce dall’idea di poter condividere con la comunità le tante azioni educative intraprese da educatori e insegnanti dei servizi educativi e sociali gestiti da Arca Cooperativa Sociale, durante il periodo di emergenza sanitaria Covid-19. Il progetto documenta il forte bisogno di promuovere e sostenere una cultura della cura nella relazione, creando ponti virtuali di sostegno alle famiglie ai bambini e ai ragazzi fino 14 anni. Questo momento di emergenza sanitaria, nonostante sia in continua evoluzione, ci ha portato all’impossibilità di riaprire i servizi così come li abbiamo sempre gestiti e conosciuti e a ripensare il lavoro educativo. Fin da subito, da i primi momenti di sospensione dei servizi, è stata forte l’esigenza per educatori e insegnanti di trovare un modo per rimanere in contatto con le famiglie e soprattutto con i bambini e i ragazzi. I primi interventi sono stati quelli di “farsi vedere”, mandando video messaggi più o meno programmati alle famiglie, nella speranza di riaprire
presto i servizi. Invece non è stato così, questa emergenza sanitaria è tutt’ora in essere e il lavoro educativo a distanza ha posto nuovi interrogativi e grandi riflessioni.

Vai all'album Video educatori [l]

Nessuno è stato mai formato rispetto ad una situazione di questo tipo, ed essere in difficoltà è stata una condizione evidente del mondo educativo e della scuola. C’è stato un grande impegno nel calibrare e modificare gli interventi giorno dopo giorno, un modo differente di fare educazione, con l’intento di utilizzare le risorse digitali per riallestire il tessuto sociale, creare le condizioni affinchè le persone potessero riavvicinarsi, generando nuove reti di rapporti e di significati. Il lavoro educativo mette da sempre al centro la relazione in presenza, la cooperazione, lo stare insieme, il contatto, per questo motivo, immaginarsi nuovi modi di fare educazione ha portato profondi momenti di riflessione, di insicurezza e anche di crisi da parte di educatori ed insegnanti, davanti a quello schermo, che in silenzio registra parole, canti, balli, suoni, ricette, giochi, senza un feedback immediato, dal quale dipende il lavoro educativo in presenza. I gruppi di lavoro si sono interrogati, hanno elaborato soluzioni, nuove idee, si sono fermati per poi ripartire con ulteriori domande e altrettanti stimoli.

2 [r]

Le prime paure e riflessioni sono state dedicate e ai ragazzi, al loro modo di approcciarsi agli schermi e a come sostenere le famiglie nell’accompagnarli in una fruizione che non fosse passiva ma partecipata e stimolata adeguatamente. E’ stato evidente come sia importante la condivisione dei percorsi con le famiglie, come d’altra parte si fa in presenza, per poter analizzare i bisogni di tutti e assumere un atteggiamento il più possibile inclusivo. Questo tempo di emergenza è stato utilizzato come un’opportunità, per addentrarci insieme, nei processi educativi che sostengono lo sviluppo dei bambini e dei ragazzi, trasformando questo momento così difficile in un momento formativo per tutti.

Così è nata una nuova modalità di lavoro che ha creato nuovi confini che a loro volta hanno tenuto insieme servizi e famiglie, confini nei quali ognuno ha sostenuto un proprio “passo”.

È così che attraverso raccolte fotografiche, creazioni di cornici di “ricerca” e approfondimento, si è aperto un ulteriore dialogo con le famiglie, inviando materiali che si sono offerti come “inviti”, raccolte di possibili scenari,  “domande generative” che hanno accompagnato bambini e ragazzi a interrogarsi su ciò che li circonda. Sono nati così “contesti di gioco” dai quali le famiglie hanno avuto la possibilità di attingere per offrire ai figli spazi e tempi per alimentare la loro naturale curiosità anche in modo autonomo. Ogni educatore ed ogni insegnante, in continuità con la progettazione del servizio, ha così portato ai genitori la possibilità di tessere in modo allargato la relazione del gruppo dei pari anche “a casa” e condividerla con le famiglie per coltivare quel senso di appartenenza e per sentirsi legati. Questo incessante bisogno di stare insieme anche a distanza è stato e continua ad essere, un bellissimo messaggio da condividere con le famiglie e i bambini e ancor più con i gruppi di lavoro, capaci di mantenere viva la rete di relazioni che il distanziamento sociale ha provato a portarci via. Mai come oggi è fondamentale che la rete venga nutrita dai contributi di tutti, da scambi, riflessioni e approfondimenti.

In questi mesi è stato attivato il progetto de “IL VOLO DEL CALABRONE” che attraverso la piattaforma Edmodo, è diventato un luogo virtuale nel quale poter creare momenti di discussione aperta agli addetti ai lavori, per cercare di trasformare questo momento critico in una opportunità di crescita da un punto di vista progettuale e formativo.

La rete di Arca ha scelto di pubblicare parte del materiale prodotto sui canali facebook e youtube, per tenere traccia di un lavoro così importante e poterlo condividere con la comunità. Per prendersi cura di tutti questi contributi, è stata avviata questa pagina che li raccoglie e li introduce, dando così maggior valore alla programmazione, alla ricerca e all’ascolto, aspetti fondamentali nel processo di costruzione della rete tra servizi e famiglie.

La pagina raccoglie i contributi e li archivia in 6 percorsi:

  • Le letture di ARCAlab: letture animate, drammatizzazioni, scatole narranti.

  • I concerti di ARCAlab: canzoni animate, filastrocche musicali e canti di gruppo.

  • L’officina di ARCAlab: proposte di gioco, invenzioni e laboratori.

  • La cucina di ARCAlab: ricette e proposte di gioco con gli alimenti.

  • Segui la traccia: idee progettuali per proporre atelier e contesti di gioco.

  • Pensieri in cantiere: iniziative, riflessioni e proposte rispetto al tema della riapertura dei
    servizi e del lavoro a distanza.